Corviale, o più correttamente Nuovo Corviale (detto “il Serpentone” per via della sua lunghezza), è un complesso residenziale di Roma (piano di zona 61), situato nella periferia sud-ovest della capitale (XI municipio). L’edificio-quartiere Corviale, chiamato anche affettuosamente “Serpentone” dai romani, è formato da due palazzi posti uno di fronte all’altro, che si snodano per circa un chilometro (980 metri per l’esattezza) e nove piani d’altezza, e da un altro edificio più piccolo, posto orizzontalmente al primo, cui si unisce tramite un ponte; ad oggi è considerato il più lungo edificio di tutta l’Europa. Esiste inoltre un terzo edificio separato, posto trasversalmente ai primi due. Il complesso si trova nella periferia sud-ovest della capitale, nel territorio del XV municipio, a destra della via Portuense, a circa due chilometri dal raccordo anulare; per lungo tempo è stato ritenuto il quartiere più pericoloso di Roma.
Per le sue grandi dimensioni e per le difficili condizioni di vita dei suoi abitanti, è diventato nell’immaginario collettivo il quartiere-simbolo del degrado delle periferie della capitale. Nel 1972, il disegno viene affidato dall’Istituto autonomo case popolari, proprietario dell’immobile, ad una equipe di 23 progettisti diretta dall’architetto Mario Fiorentino; è nel 1975, però, che ha effettivamente inizio la costruzione dell’immobile, i cui primi appartamenti vengono consegnati con sensibile ritardo, solo nell’ottobre 1982. Il comprensorio, costruito in acciaio, pannelli di cemento armato e pareti vetrate, è composto da sei lotti abitati complessivamente da circa 6000 persone: un alveare umano formato da 120 nuclei familiari.
Ai 1200 appartamenti ufficiali si sono aggiunte nel tempo una serie di abitazioni sorte abusivamente negli spazi comuni del quarto piano, destinato secondo il progetto originario a negozi ed edifici commerciali. Dopo decenni di incuria e di abbandono, lo stabile è fatto oggetto di numerosi interventi di recupero sociale e di riqualificazione urbana. Il progetto architettonico di Corviale si basa sulle moderne teorie dell’architettura europea dei primi decenni del Novecento, in particolare a quella dello svizzero Le Corbusier, che realizzò l’Unità d’abitazione a Marsiglia.
Nelle intenzioni del progettista, Corviale avrebbe dovuto rappresentare un modello abitativo alternativo, in netto distacco dallo sviluppo urbanistico di Roma iniziato negli anni Sessanta, che aveva portato alla nascita di interi quartieri completamente privi di servizi, chiamati “quartieri dormitorio”. L’idea innovativa era quella di modificare sostanzialmente la concezione delle periferie come erano state progettate fino allora, proponendo un nuovo modello che integrasse spazi privati con attività collettive, residenze con servizi, rifiutando il concetto di quartiere-dormitorio e privilegiando la ricchezza e complessità di funzioni e relazioni tipiche della città storica.
Proprio a questa costruzione, che ha alla base una forte componente di utilità sociale, si ispira Fiorentino; la novità architettonica consiste non tanto nel costruire un edificio destinato ad essere abitato da 6000 persone, quanto di renderlo veramente autonomo, in grado di offrire servizi suoi propri all’intera collettività che lo abita e lo vive giorno dopo giorno. Corviale è stato, infatti, sempre sinonimo di disagio e degrado per chi lo abita: un aspetto negativo che si è scaricato sul progetto, il cui unico difetto non è quello di essere lungo un chilometro, bensì quello di non essere stato completato nei servizi previsti.
Segnaliamo due interessanti reportage sociali. – Andrea Boccalini, un lavoro che è il frutto dell’esperienza a contatto con gli spazi che caratterizzano l’edificio-villaggio della Capitale e con le persone che lo abitano. andreaboccalini.it/corviale – Marco Scanocchia, La storia di Luca, che vive nel “serpentone” romano, ma che è riuscito a sfondare nella musica. marcosconocchia.website/corviale
Fonte,www.corviale.it/